Per gli italiani (e non solo) il gelato non è un semplice dessert, ma un piccolo lusso quotidiano, un simbolo di gusto e spensieratezza. Eppure, anche questo piacere semplice e tanto amato sta subendo l’influenza di un’economia sempre più complessa. Negli ultimi anni, il carrello della spesa è diventato più costoso e lo stesso si può dire del cono o della coppetta gelato, il cui prezzo medio ha subito un aumento sensibile, che solleva interrogativi e riflessioni sui costi nascosti dietro una delle nostre più grandi eccellenze. Non si tratta di una speculazione improvvisa, ma del riflesso di un’intricata rete di fattori economici che colpiscono l’intera filiera produttiva.
I numeri dell’aumento: un’analisi recente
Secondo un’analisi di Coldiretti, il prezzo del gelato artigianale è aumentato di quasi il 20% negli ultimi due anni, spingendo il costo medio al cono a toccare vette inaspettate in alcune città. In media, un cono con due palline può arrivare a costare tra i 2,50 e i 3,50 euro, con punte che superano i 5 euro in località turistiche o metropoli come Milano. L’aumento è ancora più evidente se si considera il prezzo al chilo: il valore è schizzato in media a circa 30 euro al chilo, con differenze significative tra nord e sud e tra le grandi città e i centri più piccoli. Questo incremento non si è manifestato in modo uniforme, ma ha seguito un andamento costante, accelerando in modo particolare nel corso del 2023 e nel primo semestre del 2024.
Le cause dell’aumento: un’inflazione a catena
Per comprendere l’aumento del prezzo e scoprire cosa c’è dentro 1 euro di gelato, bisogna guardare oltre la vetrina delle gelaterie e analizzare i fattori che hanno gonfiato i costi di produzione in ogni fase della catena.
L’impennata delle materie prime
Il primo e più evidente fattore è il costo delle materie prime. Il gelato artigianale si basa su ingredienti di altissima qualità, che l’inflazione non ha di certo risparmiato. Il latte, lo zucchero e la panna, per esempio, hanno visto i loro prezzi salire in modo vertiginoso, ma il rincaro più significativo ha colpito ingredienti pregiati come i pistacchi, le nocciole e il cacao.
Al contempo, le avversità climatiche e la minore resa dei raccolti in alcune zone produttive hanno innescato un’impennata dei costi che si riversa inevitabilmente sul prodotto finale. Ad esempio, il prezzo di un chilo di pistacchi di Bronte, una delle eccellenze italiane più usate, ha subito un aumento considerevole, influenzando direttamente il prezzo del gusto finale.
L’energia e i costi operativi
Una gelateria è un’attività ad alta intensità energetica. Le macchine per la mantecatura, le vetrine refrigerate e i freezer devono restare accesi per molte ore al giorno, tutti i giorni dell’anno. La crisi energetica globale ha fatto schizzare i costi dell’elettricità e del gas a livelli mai visti prima, mettendo a dura prova la gestione economica delle piccole attività. Questi costi fissi, che fino a qualche anno fa incidevano in modo marginale, sono diventati una delle voci più pesanti nei bilanci delle gelaterie, costringendo i gestori a rivedere i loro listini per non operare in perdita.
Lavoro e confezionamento
Non sono solo le materie prime a costare di più: anche il personale specializzato ha visto un aumento dei propri salari e dei contributi. A questo si aggiunge il costo dei materiali di confezionamento: coni, coppette, cucchiaini e tovaglioli sono tutti prodotti che hanno subito rincari, complice l’aumento del costo della plastica e della carta e le nuove normative sulla sostenibilità.
Non solo prezzo, ma anche valore
Nonostante l’aumento dei costi, è importante distinguere tra prezzo e valore. L’aumento del prezzo del gelato è, per la maggior parte delle gelaterie artigianali, una scelta necessaria per mantenere la qualità. Molti gelatieri si sono trovati di fronte a un bivio: aumentare i prezzi o abbassare la qualità degli ingredienti, magari utilizzando semilavorati o prodotti meno pregiati. Fortunatamente, la maggior parte ha scelto la prima opzione, preservando così l’autenticità di un prodotto che è un vanto del Made in Italy.
L’aumento del costo del gelato è, quindi, un fenomeno complesso, figlio di una combinazione di fattori globali che hanno stravolto il mercato. In pratica, è il prezzo da pagare per continuare a gustare un prodotto che mantiene la sua artigianalità e la sua eccellenza, un piccolo lusso che resiste alle turbolenze economiche e rimane, per noi italiani, un piacere irrinunciabile.






